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La nuova chiesa

 

Il 23 aprile 1922 viene nominato parroco di Cerealto don Carlo Soga. Appena giunto, resosi conto delle precarie condizione della chiesa, non perde tempo, convoca un'assemblea degli abitanti e da parte di tutti c'è la convinzione di demolire la vecchia chiesa per far posto a quella nuova.

Già ad ottobre del 1923 viene posta la prima pietra, affidando così alla piccola comunità un impegno non indifferente.

Tutto il paese si rende disponibile con manodopera, con materiale vario (soprattutto legname) e offerte in denaro.

Quanto lavoro e quante fatiche non solo per le persone ma anche per quei poveri buoi che spesso dovevano trainare pesanti carichi di sabbia (scavata nel greto dell'Agno) da Valdagno a Cerealto.

Il parroco, tenace sostenitore di questa importante opera per il paese, mai si perde d'animo e nonostante mille difficoltà riesce sempre trovare una soluzione.

Compie molti viaggi a Valdagno, prima con la moto e poi con la sua mitica Balilla, per bussare a tante porte in cerca di qualche sostegno economico.

La sua forte tempra e il carattere deciso lo portano ad agire sempre con molta determinazione.

Gli anziani ricordano ancora le sue proverbiali espressioni: "per Giobbe"...,"Croxe de canolo"... che assumevano, secondo il tono della voce, significati ben precisi, o le sferzanti parole con cui dal pulpito invitava i suoi parrocchiani a meditare sui detti evangelici: "razza di vipere"..., "sepolcri imbiancati"...

I Lavori progredirono con una certa velocità, tanto che in data 6 novembre 1926 il parroco scrive al Vescovo Rodolfi la seguente lettera: 

"La nuova chiesa di Cerealto, iniziata il 23 ottobre 1923, ebbe il compimento della parte presbiteriale nel 1924. Nello stesso anno, in ottobre, si gettarono le fondamente della navata per averne il totale compimento con la facciata nel 1925. Nel corso del corrente anno 1926 non si apposero che i serramenti necessari, quali le porte esterne e tutte le invetriate di ottimo, artistico effetto. Nell'interno nulla ancora s'è fatto. Non avvi che il vecchio altare maggiore che serve per la celebrazione della S. Messa e Funzioni nelle sole domeniche e feste. Trovandosi la chiesa in tali condizioni può avere la benedizione almeno perchè i fedeli che entrano sappiano e sentano d'entrare in luogo sacro".

 

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La chiesa è stata progettata dall’ing. Ferruccio Chemello autore di tante chiese nel vicentino, tra cui quella di S. Quirico e anche del sacrario militare del Pasubio.

E’ stata costruita nel medesimo posto occupato dalla chiesa demolita, con il vecchio altare maggiore conservato nel luogo originario.

Scrive il professore Francesco Fontana nella “Storia della Valle dell’Agno”: “Questa chiesa è un documento interessante di architettura medioevale…L’ingegnere proclama di essersi attenuto al Romanico lombardo ma moltiplica gli archi a sesto acuto propri del Gotico.

Sono da ammirare le superfici murarie impeccabili nella perfetta connessione di blocchi squadrati grigi, con gli stemmi in bell’ordine sulla facciata, con il massiccio protiro, il piccolo rosone e la sequenza degli archetti ciechi lungo tutto il perimetro esterno all’attacco del tetto.

Quando si entra ci si immerge in una penombra misteriosa perché la luce ha stretti varchi…”

 

 

Navata

 

Oltre al bell’altare maggiore con la pala rappresentante la decapitazione di S. Caterina (dipinta dal pittore Costantino Pasqualotto – Vicenza 1681/1755), ha due altari laterali: uno dedicato alla Beata Vergine Maria e l’altro al Sacro Cuore di Gesù.

Pala con la decapitazione di S. Caterina

 

Altare maggiore

 

Sacro Cuore di Gesù

 

 Beata Vergine Maria

 

 

 In altre due cappelline laterali sono collocate le statue di S. Rocco e di S. Antonio da Padova.

 San Rocco      Sant'Antonio

 

Sulle pareti centrali della navata si aprono due finestre dove sono poste due tele che rappresentano S. Filippo Neri e S. Carlo Borromeo: presenza piuttosto insolita in quanto il culto di questi due santi non ha tradizione nelle nostre zone.

La cosa si spiega dal fatto che il parroco don Carlo, appartenente per qualche tempo alla congregazione dei Padri Filippini di Vicenza, mantenne grande devozione per S. Filippo, fondatore della stessa, e per S. Carlo, cardinale di Milano, suo protettore in quanto portava lo stesso nome.

 

San Filippo Neri

 

Le decorazioni della chiesa sono della scuola dei Pupin di Schio.

Merita attenzione la vasca battesimale, a tal proposito il Fontana scrive: “Si tratta di un blocco di pietra rosa a forma di calice: la parte inferiore su plinto quadrato è rotonda tra due anelli (tori), la vasca superiore, prima circolare, diventa ottagonale, per ricordare l’ottavo giorno, simbolo della resurrezione, aggiunto agli altri sette”.

Sempre in riferimento al fonte battesimale, Giulio Pizzati in “Arte cimbra” scrive: “La pietra con la quale fu fatto non è reperibile sul posto ed i caratteri incisi su una delle otto facce non sembrerebbero essere lettere, ma simboli”

Spesso i fonti battesimali antichi hanno otto lati. La forma rappresenta l'ottavo giorno della settimana, il "nuovo giorno", in cui inizia l'era del Cristo: dopo i sei giorni della creazione e dopo il settimo, cioè il sabato, l'ottavo giorno rappresenta l'Eternità, la resurrezione di Gesù e quella dell'umanità.

 

 Acquasantiera della vecchia chiesa (1843) 

 

Chiesetta

(Da "Il giornalino scolastico - 1956 - Nizzero Natalino cl. III)

 

La chiesa di Cerealto è stata costruita nel 1923. La decorò il pittore Pupin di Schio nel 1943 e venne consacrata dal nostro Vescovo nello stesso anno.

La chiesa vecchia venne demolita perchè troppo piccola e in cattive condizioni.

Vicino alla chiesa vecchia c'era il cimitero che a sua volta venne abbandonato. Il cimitero nuovo è lontano dal centro del paese.

La chiesa demolita era antica e non si sa la data della sua costruzione. I nostri nonni dicono che fosse antichissima.

La protettrice della chiesa è S. Caterina d'Alessandria d'Egitto.

La nostra frazione è molto bella ed invitiamo i cari amici di Valdagno a venirla vedere.

Vi piace la nostra chiesa? Uniamo una bella fotografia.