Curiosità..
A Cerealto il cognome predominante è sempre stato Reniero, per questo è sorta la necessità di creare dei soprannomi per distinguere le varie famiglie ed evitare confusione.
E' da tener presente, comunque, che nella tradizione contadina (e non solo) esiste da sempre l'abitudine di attribuire un soprannome anche dove non c'è omonimia.
Vediamo questo fenomeno nelle nostre contrade.
Albieri
Pretto: Recoaroti
Via
Sperman: Memo
Re
Reniero: Cincio
Zordan: Moreto
Linuzzi: Guzi
Gecchele: Titela
Zulpo: Gaspro
Grigiotto
Reniero: Matiuni
Reniero: Piereto, Nostran, Jes
Albiero: ...de la Mora
Albiero: Masi
Chiesa
Reniero: Luvion, Lombardo, Famejo
Sperman: Cioco
Maso
Succoli: Sucui
Caselli: Casei
Reniero: Santielo
Grigolati
Grigolato: Popi
Battistin: ... de la Checheta, Bertoldi
Sperman: ...del Frate
Sperman: ...de la Mastrota
Sperman: Luviiti
Traforti: Mosca
Zarantonello: Petele
Ciocchi
Reniero: Tognai
Reniero: Bufa
Zordan:... de Togno
Zordan: Tognarela
Sperman: Tomeli
Renieri
Reniero: Prussian, Cangi
Reniero: Paielo, Gambo
Reniero: Baldo
Reniero: Falco
Reniero: Cete
Reniero: Osti
Fanana
Pezzelato: Tita Fanana
Zarantonello: Truco
Cengio
Canapelli: Canapei
Bevilacqua:...........
C'e' un grande prato verde...
La croce dei Popi o Croce Jarina, così la chiamarono, fu eretta in legno, con la collaborazione di molti uomini, che gioiosi la vedevano come un angelo custode, che guardinga regnava su Cerealto.
Il passare degli anni, il sole, l’acqua, i fulmini portarono alla sua sgretolatura e in seguito alla sua rovina. Il vecchio Giacomo, diventato ormai nonno e anche bisnonno, non trovava pace… la Croce doveva tornare a vivere.
Ecco che nel 1982 arriva a Cerealto don Gilberto, parroco giovanissimo piuttosto alto e ben messo; ma in lui colpivano particolarmente il sorriso, che su quel viso buono s’apriva ogni qual volta l’incontravi con lo sguardo; le mani…quelle grandi mani sempre pronte ad accoglierti e a darti una spallata di conforto; e la voce, così calda, che quando recitava il Padre Nostro sprigionava la sua grande fede e diventava profonda, commossa, quasi avesse visibilmente davanti a sé quel Padre che tanto amava.
Quante chiacchiere fatte con la gente, quanti discorsi, quante risate insieme, quante bicchierate dopo ogni prova di canto, quante partite di carte sino alle tre, le quattro del mattino con i ragazzi!
Don Gilberto era amico di tutti, una persona eccezionale che ha lasciato il segno nel cuore di tutti coloro che l’hanno conosciuto.
“La Croce tornerà a vivere”- promise un giorno a Giacomo.
Questa volta fu scelta di ferro, con l’approvazione di tutta Cerealto.
Il destino non permise che il nostro carissimo don Gilberto potesse iniziare quest’opera, poiché ci lasciò chiamato da Dio in cielo. La croce fu eretta in seguito da don Teobaldo.
Per alcuni anni rimase taciturna a padroneggiare il luogo, senza però ricevere quella benedizione che l’avrebbe resa vera testimone di Cristo, desiderio che il vecchio Giacomo portò nel cuore senza essere esaudito sino alla morte.
La Croce fu benedetta il 9 settembre 1990 dallo stesso don Teobaldo, poco prima di lasciare il nostro paese, concludendo così l’opera iniziata dall’amico don Gilberto al quale è stata giustamente dedicata, senza però mai scordare l’ideatore: nonno Giacomo…
Sembra ancora di vedere la sua figura, i pantaloni molli ed i fianchi sostenuti appena da una cinta…il fumo del suo inseparabile toscano, che il vento nel cielo trasporta.
Quando i fratelli Pretto nel 1911, provenienti da Recoaro, acquistarono la proprietà di Cerealto, in contrada Albieri, notarono che questa grande estensione era dominata dall’alto da una croce in legno.
Gli acquirenti apprezzarono molto questo fatto e una volta divenuti proprietari si preoccuparono di sostituire la vecchia croce deteriorata dal tempo.
A tal proposito si racconta che i fratelli Pretto Achille (1869 – 1943) e Pretto Placido (1871 – 1953) portarono a spalle la croce facendo rivivere la salita al Calvario di Cristo, con le 3 cadute e con momenti di sosta per la non indifferente fatica!
La croce, distrutta da un fulmine negli anni ’60, venne subito ricostruita dagli eredi e portata in loco, ma questa volta con mezzi meccanici.
L’8 agosto 2008, nello spirito degli avi e a memoria dei medesimi, venne collocata una croce in ferro: bella e, si spera, più resistente alle intemperie.
La contrà
Ciapemo ‘na brancà de case
metemoghe le stale per le bestie
e le teze per la legna e il fien.
Zontemoghe na fontana e quatro orti
e se trovemo
davanti na contrà
come che ghe n’è tante da le parti nostre.
Se po’ ghe metemo anca un s-ciapo de boce che
zuga,
tre veciote che fa la calsa
sentà davanti casa
tri o quatro can che core e snasa dapartuto e
qualche galina,
gavemo davanti ai nostri oci la contrà……
G. SESAMO, Quadri de contrà, “Il nostro campanile”, n. 144 (1982)
Struttura della contrada
La struttura della contrà era organizzata in diversi modi. Le case potevano disporsi a schiera ai lati di un strada oppure raggrupparsi intorno ad un cortile promiscuo; in ogni caso si appoggiavano una all’altra in modo disorganico, formando un blocco compatto
Elementi caratteristici sempre presenti, di cui poteva usufruire tutta la comunità, erano la fontana con il lavatoio, il forno per la panificazione e il cesso fatto di canari, tole o frascari.
Le abitazioni presentano uno stile essenziale, sempre rispondente alle esigenze ambientali e ai bisogni della vita agricola e condizionato anche dai materiali di costruzione, che erano sempre reperiti sul posto.
I muri venivano eretti con blocchi di caratteristica pietra nera (basalto) saldata con un impasto di calce, sabbia grossa e acqua.
Il tetto, per lo più a due spioventi, era coperto in copi; rustici e casoni avevano spesso il tetto di segaline (paglia di segala).
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Le contrade...viste dal parroco don Adriano attraverso una breve intervista al maestro del coro Zordan Giuseppe (giugno 1991)
- Sig. Giuseppe, quali verdure le piacciono di più?
- I... Ciocchi (anche perchè con essi si ottiene un ottimo aperitivo, il Cynar).
- Quale episodio del Vangelo preferisce?
- Quello della...Maddalena. (1)
- Perchè?
- Era una peccatrice che, in seguito alla conversione, è ritornata in...Grazia. (1)
- Lei è appassionato di musica. Quale delle sette note preferisce?
- Il...Re.
- Second lei, il coro di Cerealto canta bene?
- Osti! (2)
- Che ne pensa di Margherita?
- E' una brava organista e, per quanto ne so, è ammiratrice del principe...Renieri.
- Lei conosce bene Cerealto?
- Certo.
- Allora mi dica: quali persone del paese sono più religiose?
- Quelle del centro: sono tutte di...Chiesa.
- E più d'appetito?
- Quelle dei...Masteghini.(3)
- E più mattiniere?
- Quelle degli...Albieri.
- E più amanti del sonno?
- Quelle di...Fanana.
- Quante famiglie abitano al...Grigi...?
- ...otto.
- Quali sono le contrade più vicine fra loro?
- Maso e Grigolati.
- Perchè è famosa S. Caterina?
- Per...la bruschetta.
- Ci sono contrade disabitate?
- Ce n'è una in cui tutti sono andati...Via.
- Quando muore, vuole essere seppellito in terra?
- No, in...canto: sennò che amante della musica sarei?
(1) figlie di Giuseppe (2) famiglia di Margherita (3) Masteghini - C/da Cengio
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